venerdì 28 settembre 2012








Ci conosciamo raccontandoci, narrando la nostra vita, a noi stessi, a noi stesse, a chi ci avvicina e a chi avviciniamo. A volte non ci accostiamo e non ci lasciamo accostare: per non raccontarci. Altre volte non ci raccontiamo o ci narriamo male: per non avvicinarci. Alcune nostre storie hanno finali prevedibili e statici, altre hanno morali troppo rigide. Di alcune perdiamo il filo; tra i fili di altre i nostri passi si possono aggrovigliare, e questo può fare male. Capita che non sappiamo più chi c'era una volta e chi non c'era; non accettiamo che qualcuno, qualcuna, non ci sia stato, non ci sia mai o non ci sarà più.
Credo che possiamo cambiare i nostri racconti: trasformarli ed esserne trasformati e credo anche che questo movimento sia costante e implichi una rinnovata consapevolezza sui nostri vissuti e sul nostro agire. L'impegno primario - che attende chi decide di avventurarsi in un percorso psicoterapeutico - potrebbe dunque non essere più la domanda su cosa fare ma su come riconoscersi e ridirsi.
Il percorso inizia dal rinvenimento del Desiderio ovvero di un sé desiderante, sempre nascente e in dilatazione...






C'è una parola in noi più forte di tutte le altre – più personale anche.
Parola di solitudine e di certezza, così nascosta nella notte che a malapena è udibile da se stessa.
Parola di diniego ma, al contempo, del coinvolgimento assoluto. Parola che forgia i suoi legami di silenzio nel silenzio abissale del legame.
Questa parola non si condivide. Si immola.

Edmond Jabès, Il libro della condivisione      















C'è un taglio. Un taglio - sopra un sostegno - che non lede il sostegno: lo evidenzia. Una frattura che divide, creando un altro spazio.  Spazio piccolo, di solitudine, sì, ma anche di estrema vicinanza, quando Qualcuno arriva.
C'è una ferita che ci sottrae alla dispersione e ci impedisce di smarrirci, con-segnandoci un luogo e un confine: il nostro e quello dell'Ospite, il nostro con l'Ospite. Sotto il taglio che ci dà forma, un germoglio. Nel buio.